Peter Rice – An Engineer Imagines
Nella creazione di Clex – Cluster of Experts, il nuovo format di crescita professionale di Forma Mentis, stiamo organizzando la biblioteca ideale di un progettista nell’era digitale. Ogni lunedì un libro per iniziare la settimana. Peter Rice, An Engineer Imagines (pubblicato in italiano come L’immaginazione costruttiva) Tra i più importanti ingegneri del nostro tempo, Peter Rice ha lavorato a opere come […]
Nella creazione di Clex – Cluster of Experts, il nuovo format di crescita professionale di Forma Mentis, stiamo organizzando la biblioteca ideale di un progettista nell’era digitale. Ogni lunedì un libro per iniziare la settimana.
Peter Rice,
An Engineer Imagines (pubblicato in italiano come L’immaginazione costruttiva)
Tra i più importanti ingegneri del nostro tempo, Peter Rice ha lavorato a opere come il Beabourg, nel gruppo di progettazione strutturale di Arup, la galleria d’arte della collezione Menil a Houston, in Texas, il Teatro della Luna Piena a nord di Montpellier e la Sydney Opera House, da molti considerata il suo capolavoro. Questo meraviglioso libro è scritto durante gli ultimi anni della malattia che gli sarebbe stata fatale nel 1992, ad appena 57 anni, e ripercorre la sua carriera da un punto di vista estremamente personale, parlando sì dei progetti ma anche delle persone con cui ha avuto modo di lavorare, Ove Arup e Jean Prouvé su tutti, e del ruolo dell’ingegnere nel mondo moderno, in complementareità e contrapposizione a quello dell’architetto.
In genere gli edifici moderni sono edifici in cui è completamente assente la trace de la main: in essi non ritroviamo la tesimonianza tangbile di coloro che li hanno costruiti. Sono edifici in cui è venuta meno ogni caratteristica tattile.
È qui che gli ingegneri possono svolgere un ruolo positivo fondato su una competenza particolare; utilizzando la loro conoscenza delle strutture e dei materiali per evidenziare quella presenza. In tal modo la gente si sentirà attirata, invogliata a toccare, a percepire la presenza dei materiali, come l’hanno sentita e conosciuta coloro che li misero in opera.
L’attenzione ai materiali si traduce nelle sezioni finali del libro, che parlano di tecnologie costruttive a partire dalle tensostrutture che Rice chiama tessile tecnico. Oltre ai lavori di Otto Frei, imprescindibile punto di partenza, vengono presentati progetti come la tenda MOMI, la copertura per la sede della Schlumberger a Montrouge, lo stadio di Bari, la Nuage du Cube a Parigi.
Il secondo aspetto tecnologico affrontato dopo le tensostrutture quello del vetro e del policarbonato, per il quale si parla approfonditamente del progetto per le Grandes Serres al parco della Villette a Parigi e del padiglione itinerante IBM progettato insieme a Renzo Piano, che firma la prefazione dell’edizione italiana.
In conclusione, si parla anche della differenza tra l’acciaio del Beaubourg e il cemento armato alla sede dei Lloyd’s, oltre che della pietra utilizzata nel padiglione del futuro a Siviglia.
La sezione sul suo lavoro in Fiat e sulle nuove sfide dell’ingegneria meccanica conclude un libro che è lettura imprescindibile per chiunque lavori non solo nell’industria delle costruzioni, ma in tutti gli ambiti dell’innovazione tecnologica.
Il libro è anche un documentario del 2019.
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