Sherlock
Amichevolmente definita "la serie non gay più gay degli ultimi anni", Sherlock è esattamente quello che di solito aborro: la trasposizione moderna di un classico. Eppure.Eppure questa miniserie in tre (troppo pochi!) episodi ha tutti i suoi perché, e non è solo merito dell'amante gay di Torchwood nei panni (non gay) del dottor Watson. Né […]
Amichevolmente definita "la serie non gay più gay degli ultimi anni", Sherlock è esattamente quello che di solito aborro: la trasposizione moderna di un classico. Eppure.
Eppure questa miniserie in tre (troppo pochi!) episodi ha tutti i suoi perché, e non è solo merito dell'amante gay di Torchwood nei panni (non gay) del dottor Watson. Né concorre alla sorpresa il vedere un anonimo tizio intravisto in The Other Boleyn Girl a calzare magistralmente i panni di Holmes. Gli intrecci, non tanto ricalcati da particolari avventure nonostante la citazione da Uno studio in rosso (la prima puntata, Uno studio in rosa), riprendono con maestria personaggi, situazioni e rompicapi che potrebbero tranquillamente rientrare nel canone di Conan Doyle. Il ritmo è incalzante, il metodo deduttivo reso a meraviglia e i ruoli dei personaggi vengono abilmente calati in un'ambientazione contemporanea. In fin dei conti gli autori sono gli stessi di Jekyll.
Per la precisione, l'amante gay di Torchwood è il Dr. Watson in un film tv, una specie di Sherlock Holmes contro i dinosauri.
In questa serie invece c'è Martin Freeman (giusto il link), aka Arthur Dent del film con Zooey Deschanel :-)
La serie è davvero carina ed è un peccato che siano solo tre episodi. Comunque come hanno già fatto notare, Martin Freeman non ha fatto Torchwood ma bensì l'abbiamo visto nel film della Guida Galattica per Autostoppisti :P
X-Bye
Ah beh, scusa: l'unica informazione che non ho controllato era quella su Watson e non l'ho controllata perché me l'hai passata tu.
@ impbianco: grazie dell'informazione "in privato", sono davvero contenta che stiano imbastendo una seconda stagione. Meno contenta dell'altra informazione, ma lasciamo perdere.