Tropico 3

Dopo qualche settimana di intenso gioco, penso di poter affermare con una certa sicurezza che Tropico 2 gli era di gran lunga superiore. E non solo per la presenza dei pirati (ragione che di per sé sarebbe condizione necessaria e sufficiente). Si avverte molto la mancanza di interazione attiva con il mondo esterno, che in […]

tropico3

Dopo qualche settimana di intenso gioco, penso di poter affermare con una certa sicurezza che Tropico 2 gli era di gran lunga superiore. E non solo per la presenza dei pirati (ragione che di per sé sarebbe condizione necessaria e sufficiente). Si avverte molto la mancanza di interazione attiva con il mondo esterno, che in Tropico 2 era data dalle scorrerie in nave e dall’esplorazione dei mari circostanti, e nulla può fare l’interazione passiva, nonostante l’ambientazione nella guerra fredda sia una buona idea. USA e Unione Sovietica sono sì più attive di Francia, Spagna e Inghilterra nell’intromettersi, ma a meno di giocare veramente male è difficile che la loro influenza arrivi al punto di minacciare un’invasione, un blocco o un bombardamento. Una generale estrema facilità mina tutto il gioco: non mi era mai successo di dover usare trucchi per innescare ribellioni, invasioni e altre calamità sull’isola. Anche l’industria è meno divertente di quella disponibile in Tropico 2: è interessante l’interazione con la rete elettrica, ma manca di verve e dell’umorismo che non si risparmiava nelle imprese piratesche. In ugual modo la gestione dell’economia era di gran lunga più cattiva come assunto di base, senza bisogno di instaurare la legge marziale. Avrebbe potuto sopperire alla mancanza l’introduzione di un pizzico di soprannaturale, come siti archeologici maledetti e sacerdoti voodoo che ogni tanto fanno capolino, ma anche in questo caso il gioco manca di coraggio. Forse Tropico 2 era politicamente scorretto, ma era ciò che lo rendeva assolutamente geniale: perché non posso manovrare la guerriglia e rapire i turisti? Dove sono le piantagioni di coca? Perché non posso mettere a disposizione un po’ di sano turismo sessuale per aggirare l’embargo? Sono tutte cose che mi aspetto di poter fare in una qualunque rispettabile isola dei caraibi! Alla lunga, l’unica distrazione rimane la radio.

One Comment

  1. Visto che era l'unica cosa che si salvava un po', perché non spendere qualche parola di elogio per il radiocronista e per gli esiti degli omicidi politici? :-)

    Simone

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.