X-men origins: Wolverine

Come alcuni di voi sapranno, qualche tempo prima dell’uscita ufficiale del film è girata, su internet, una versione preliminare, senza molti effetti speciali ed alcuni effetti sonori. E’ stata definita una gigantesca beffa, in molti si sono indignati, in generale la manovra è stata considerata a discapito del film dato che, diffondendone una versione incompleta, […]


Come alcuni di voi sapranno, qualche tempo prima dell’uscita ufficiale del film è girata, su internet, una versione preliminare, senza molti effetti speciali ed alcuni effetti sonori. E’ stata definita una gigantesca beffa, in molti si sono indignati, in generale la manovra è stata considerata a discapito del film dato che, diffondendone una versione incompleta, si attirava una grande quantità di ingiuste critiche e premature diffidenze. Ora, dopo aver visto il film nella versione completa e anche in questa versione preliminare, temo proprio di dover dire una cosa spiacevole a riguardo: dovrebbero proiettare la versione incompleta.
E badate bene che non dico ciò perché gli ultimi ritocchi (e, in certi punti, ci vuol coraggio a chiamarli ritocchi) siano fatti male o rovinino la pellicola. Tutt’altro. Il punto però è che la cosa più interessante della versione pirata è proprio poter vedere come vengono sviluppati alcuni effetti ed alcune scene che comunemente riteniamo piuttosto normali.
Quale sia la cosa più interessante del film nella sua versione definitiva, invece, è assai difficile a dirsi.
Innanzitutto sgombriamo il campo dagli equivoci. X-men origins: Wolverine ha poco a che vedere con Wolverine: Origin, il fumetto di qualche anno fa in cui Jenkins ci narrava l’infanzia di Logan e il manifestarsi della sua mutazione, oltre che l’origine della sua nemesi con Sabretooth. Quel poco è riassumibile in cinque inesplicabili minuti iniziali, con un James (Logan) malaticcio, un giardiniere che non si sa essere il giardiniere che uccide il marito dell’amante che non si sa essere l’amante ed un “Luke io sono tuo padre” di dubbio gusto e incerta utilità. E’ sul rapporto tra i due fratelli, Logan e Victor, che il film si concentra, facendo un sano reboot rispetto a quello che era il personaggio di Sabretooth del primo film. Ma è proprio questo il punto: con che cosa ci troviamo, rispetto al grosso e stupido bestione biondo del primo film? Un grosso e stupido bestione castano. I bambini dei primi cinque minuti sono inguardabili, e la sequenza di apertura con le scene di guerra fa ben sperare, ma la prima volta che Victor apre bocca… mamma mia. Forse (e sottolineo, forse) il film avrebbe potuto reggere meglio con un Victor più drammatico ed espressivo, ma forse nemmeno quello sarebbe bastato. Perché il film è un film vuoto, che cerca di narrarci del progetto Arma X con doppi e tripli colpi di scena che nella migliore delle ipotesi lasciano piuttosto freddi e nella peggiore delle ipotesi risultano incomprensibili al profano. Un film che infila Gambit solo per qualche scena d’azione, e poco importa che si tratti di un ottimo Gambit e di scene decisamente spettacolari. Un film che infila a caso Scott ed Emma così, per strizzare l’occhio non si sa a chi e invogliare le vendite sa dio di cosa. Un film che si perde più e più volte dietro ad un filo di pensieri tutti suoi e che, a tratti, pensieri pare proprio non averne. Deludente, per voler essere gentili.

2 Comments

  1. Deludente, concordo… si sente la mancanza di un vero regista come Singer…

    Poi non vedo sinceramente la necessità di pubblicizzare Gambit come se fosse un protagonista quando nel trailer ci sono già tutte le scene in cui compare… o_0′

    Per non parlare di Deadpool, mi sfugge il senso di trasformarlo in X-Frankenstein… non potevano usare una cavia qualunque? Bah…

    Dumah

  2. Purtroppo questa abitudine di mettere nel trailer le uniche scene interessanti di un film ha preso piede (l’esempio più ecclatante era forse Fantastic Four and the Rise of the Silver Surfer, in cui la scena dell’inseguimento tra il Surfer e la Torcia era il teaser trailer e l’unica sequenza degna di questo nome). Chissà poi perché.

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