NBS BIM Report 2018 — Come va il BIM in Gran Bretagna?

Post originariamente scritto per il blog di Strategie Digitali, il 1 Giugno 2018. NBS BIM Report 2018 Come va il BIM in Gran Bretagna? Quando si tratta di BIM, guardiamo spesso al Regno Unito come modello. Il modello di Capitolato Informativo della nostra norma UNI 11337-6 riprende le sezioni dell’Employer Information Requirements, per citare un […]

Post originariamente scritto per il blog di Strategie Digitali, il 1 Giugno 2018.


NBS BIM Report 2018

Come va il BIM in Gran Bretagna?

Quando si tratta di BIM, guardiamo spesso al Regno Unito come modello. Il modello di Capitolato Informativo della nostra norma UNI 11337-6 riprende le sezioni dell’Employer Information Requirements, per citare un solo riferimento, e la sinergia tra Politecnico di Milano e King’s College è solo una delle fruttuose liason che il nostro Paese ha con i territori d’oltremanica. È innegabile che la Gran Bretagna, brexit o meno, sia stata e continui a essere il pincipale motore europeo per la presa di coscienza e la diffusione del nuovo metodo.

In questo senso, il report annuale emesso dal National British Standard Institute è ormai un appuntamento fisso per darci il polso di come stia procedendo la strada verso la piena adozione.

1. La Base Dati

Il report scaturisce da un’intervista a oltre 808 professionisti, tra cui i sottoscritti, provenienti da organi professionali di tutte le dimensioni e impegnati in progetti di varia natura. La percentuale dominante degli intervistati, anche quest’anno, erano architetti (31%) a conferma che la transizione dell’industria sembra essere guidata, almeno per i progetti che gravitano intorno al Regno Unito, dal comparto di progettazione.

The largest group were architects (31%),
but other professions were represented too,
including architectural technologists;
BIM managers and technicians;
clients; contractors; civil, structural
and service engineers; surveyors;
and landscape architects.

Il report è scaricabile gratuitamente sul sito dell’NBS, a questo indirizzo. Contiene, oltre ai dati, un interessante contributo di Jaimie Johnston, direttore di Bryden Wood, sulle piattaforme di collaborazione tra costruzione e produzione.

Ma veniamo ai dati che questo report ci presenta, e alle conclusioni che possiamo trarre guardando anche al nostro Paese.

2. Tasso di adozione

La percentuale di adozione in UK è salita dal 10% del 2011 fino a un totale di 74% in questo ultimo report. Si tratta certamente di un ottimo risultato, che è da leggere accompagnato a un’altra percentuale: quella di coloro che si dichiarano a conoscenza del metodo, pur non avendolo ancora adottato. La trendline di questo numero è altrettanto in discesa e si spera che, combinando questo dato con la diminuzione delle persone che dichiarano di non usarlo, il numero di persone si stia spostando ad accrescere le fila nel tasso di adozione. Questo dato è da leggere congiuntamente all’aumento di consapevolezza evidenziato nella stessa pagina: gli sforzi del governo per educare e informare i professionisti sono stati notevoli e hanno dato i loro frutti.

Naturalmente ogni analisi comparativa sui tassi di adozione è assolutamente relativa: per stilare un andamento significativo dovremmo mettere a confronto i numeri assoluti di coloro che hanno risposto, ma questi dati non sono accessibili nel dettaglio. Si tratta comunque di tassi incoraggianti.

3. Livello di maturità

Un altro dato sempre interessante è quello sul livello di maturità. Indipendentemente dall’ilarità che sempre suscita chi dichiara di avere portato a termine progetti a Level 3, anche in questo campo sembra che si riscontri una crescita. Difficilmente il livello 2 è pienamente raggiunto, soprattutto confrontando queste risposte con la percentuale di adozione del COBie che, almeno in teoria, è prerequisito fondamentale per dichiarare il secondo livello secondo la PAS 1192-2, ma anche in questo caso si tratta di un dato incoraggiante.

La popolarità del COBie è in aumento, rispetto alle percentuali che negli scorsi anni non superavano il 20%. Rimane comunque al di sotto della metà.

4. Popolarità degli strumenti

Quest’anno il focus non viene fatto solo sugli strumenti di authoring, ma anche sulle piattaforme utilizzate come Common Data Environment. Sharepoint si rivela essere inaspettatamente popolare, seguito da Aconex e Asite. Strumenti non integrati con i software di authoring ma a basso costo fanno comunque la loro comparsa, da Dropbox a Google Drive.

Per chi non conoscesse Viewpoint, il loro canale YouTube ha una serie di video informativi, incluse alcune demo.

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Aconex rimane confermato tra i colossi nell’ambito degli EDMS, cosa che indirettamente dà un’importante informazione circa la base dati e il volume dei progetti di cui stiamo parlando, e sorprende vedere Asite così in alto nella classifica. L’integrazione con i software di authoring è limitata, Bentley a parte, ma hanno alcune funzionalità molto interessanti sulla parte documentale. Quante volte al mese viene aggiornato il BIM execution plan? Quante versioni abbiamo per il file dei parametri condivisi? Quanti elaborati vengono prodotti alla settimana stando alla MPDT? Asite offre questo tipo di statistiche. Adoddle è il nuovo figlio della piattaforma e sembra maggiormente focalizzato sui modelli.

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Sugli strumenti di authoring, c’è un costante aumento di popolarità, probabilmente dovuto all’incrementale crescita nell’adozione: Revit passa dal 41% al 44%; ArchiCad passa dal 15% al 19%. Sia AllPlan che SketchUp confermano la loro scarsissima diffusione, almeno nel Regno Unito: l’uno passa da 0% a un piccolo 1%, mentre l’altro scende dal 2% al 1%. I numeri dichiarano chiaramente chi si sta dividendo il mercato e in quale percentuale. AutoCad rimane fortissimo, sia nella versione completa che nella versione LT. Segno che, nonostante un dichiarato aumento nel tasso di adozione del BIM, sembra esserci ancora molto da fare.

Per quanto riguarda l’uso dell’IFC, oltre il 72% dichiara di farne uso. Senza una valida alternativa, siamo lontani dal poterlo superare come formato aperto.

Un altro dato estremamente interessante riguarda l’integrazione delle specifiche nel modello: la maggior parte degli utenti a un alto livello di maturità continua a svilupparli come pacchetto separato, integrando i riferimenti nel modello con strumenti come il plug-in dell’NBS (ma il fatto che il report sia stilato dall’NBS stessa potrebbe rendere un pochino irrilevante questo dato, non credete?).

‘The statement ‘it’s in the model’
is of little help when you’re trying
to transfer information.’

5. Barriere all’adozione

Tra i dati estremamente significativi, c’è sempre l’angolino delle paure. Nella sezione dedicata al futuro, viene richiesto a chi non ha ancora adottato il BIM quali siano le barriere all’adozione.

Le macro-aree sono individuabili come:

  • problemi legati ai progetti;
  • problemi legati alla mancanza di oggetti BIM;
  • problemi di strumenti;
  • problemi legati alla formazione del personale.

Il problema maggiore, poco sorprendentemente, sembra continuare a essere la mancanza di persone adeguatamente formate. Forse non bastano 12 ore di corso e un bollino di certificazione. In nessuna parte del mondo.

 

 

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