X-men deluxe #159

Per salvare Xavier! (Sworn to protect, da World War Hulk: X-men #2 del settembre 2007). Niente di meglio di un tie in insulso, per un cross over inutile. E quello di Gage con gli X-men è veramente un tie in insulso. Xavier che fa ammenda per decenni di gestione con la mano sulla fronte (ci […]

Per salvare Xavier! (Sworn to protect, da World War Hulk: X-men #2 del settembre 2007). Niente di meglio di un tie in insulso, per un cross over inutile. E quello di Gage con gli X-men è veramente un tie in insulso. Xavier che fa ammenda per decenni di gestione con la mano sulla fronte (ci manca che dica <sigh>), Hulk che si trascina con le solite tre mosse (se sei felice e tu lo sai batti le mani…) per l’intero numero che dovrebbe essere un mirabolante combattimento ma che è solo ridicolo, gli X-men di cui solo Kitty mette a frutto un minimo di strategia ma che comunque tende a comportarsi come tutti gli altri, ovvero andare addosso di sfondamento ad uno cui non si può fare male. Emma che si trasforma in diamante per affrontare Hulk nel corpo a corpo è una cosa semplicemente ridicola, non c’è nessuna differenza tra l’approccio di Piotr e del Fenomeno e quello di Emma, Scott, Wolverine, Kitty. Follia. In più i disegni di Andrea di Vito, che nello scorso numero tentavano di rendere l’albo quasi leggibile, in questo secondo episodio sono scaduti in modo atroce, come se non avesse avuto tempo o si fosse affidato ad un inchiostratore cieco. Di questi tempi si bistratta tanto il povero Greg Land, ma personalmente non ho potuto fare a meno di un paragone tra la totale insipienza della scena in cui le Naiadi appaiono agli atri X-men in giro per il mondo e scene analoghe nell’Ultimo canto di Fenice. L’apparizione di X-Factor e del Blackbird con la squadra di Brubaker poi (ma il jet non era già tornato il numero scorso con la squadra di Whedon?) dovrebbe probabilmente essere un momento drammatico ma riesce solo a strappare un "oh no, altre botte". Inutile e fastidioso. A peggiorare le cose, come se la storia non fosse già abbastanza tamarra, ci si mette la traduzione (o meglio, la reinvenzione) del titolo. Ragazzi, per l’amor del cielo…

Alla ricerca di Magik #2 (The Quest for Magik #2 e #3, da New X-men #39 e #40 dell’agosto e del settembre 2007).
Bravo LucaS, è così che si fa. Scena dal numero precedente nella pagina con il rassunto degli epidosi precedenti e copertina integrale accanto. Approvo. Solo mi domando: i colori giusti della copertina in questione sono questi o quelli stampati sull’albo? O meglio, anche la vostra copertina è gialla? Inoltre, anche reduce dai discorsi fatti per E come extinzione, continuo a chiedermi che bisogno ci sia di incasinare la numerazione italiana accorpando più episodi senza dirlo. Anche se nelle recensioni io li ho sempre accorpati, preferivo le segnalazioni distinte (magari con una numerazione di pagina vera). Ma fa niente, rispetto ad altre cose è veramente il meno e questo è un albo in generale ben costruito: struttura a tre episodi con una doppia razione, copertine, pagina della posta con addirittura una lettera di Magik (la nostra) e Vulcan (perché hai salutato solo Fake? e noi altri chi siamo?). Bastava davvero poco a renderlo perfetto: bastava non mutilare la copertina di X-factor. E metterla al posto della sempre inutile check list.
Bastava mettere la copertina di New X-men #40. Bastava non mutilare e travisare la lettera di Lily annunciando a caso il ritorno di First Class. Bastava… ok, siamo ben lontani dalla perfezione. Il mondo è salvo.

Ma torniamo alla ricerca di Magik. I disegni di Skottie Young continuano a non piacermi, non c’è niente da fare: troppo pupazzosi, troppo confusi e questo nonostante il tipo di storia sia adatta ad un disegnatore di guazzabugli. Facendo il confronto tra il suo lavoro e quello di Bachalo con Carey (caso in cui l’avevo apprezzato, seppur in via del tutto eccezioale), continuo a non trovarlo adatto. La storia, al contrario, è esattamente ciò che ci si aspetterebbe – o ci si dovrebbe aspettare – da una storia dei New X-men, ma in senso buono. Kyle e Yost padroneggiano la continuity e le peculiarità dei personaggi in modo decisamente impressionante, con nonchalance ed efficacia, senza appesantire: non è rilevante ricordare che la spada dell’anima è in possesso di Kurt, ma è rilevante trattare il problema, quindi Magik ne cerca una nuova. E chi non ha letto La strada ventosa, la vecchia storia di Nightcrawler pubblicata recentemente su Wolverine in cui si parlava di questo, riuscirà a godersi la storia ugualmente (a meno che non sia nerd e attacchi a domandarsi il perché e il percome, ma quello sarebbe comunque un caso senza speranza). I ragazzi sono deboli e vulnerabili e litigiosi, e uniti e forti e agguerriti, proprio com’è giusto che sia in questo tipo di testata: molto efficaci le scene in cui Trance, Elixir e X-23 si liberano in contemporanea cogliendo di sorpresa i rispettivi demoni con un lato non ancora manifestato del loro potere, o Mercury e Dust che affrontano Belasco, o ancora il "stai lontano dai miei amici, troia" di Santo magmatico. Di contro, trovo che i disegni impoveriscano molto sia la figura di Belasco che quella della stessa Magik, concepiti dalla trama in modo assolutamente diabolico (è il caso di dirlo), maestoso e spietato. L’unico momento in cui il disegno aggiunge qualcosa è il primo piano di Magik e quel "lo so, me lo ricordo" in risposta al "fa male" di Pixie. Peccato davvero.

Cellula-X, conclusione (X-cell, conclusion, da X-Factor #20 dell’agosto 2007). Le storie di David sono e rimangono il pezzo forte dell’albo. Rimane quasi poco da dire, in numeri come questo che raccolgono ciò che hanno precedentemente seminato e lo fanno in modo implacabile, senza la minima incongruenza, tirando implacabilmente le fila di tutto. David riesce a inserire le sue storie in un universo Marvel plausibile, un universo Marvel dove esistono gli stessi riferimenti di cultura popolare che esistono nel nostro – fin’ora ci era riuscito in modo efficace solo Jenkins – e non rinuncia mai a portare a compimento questioni passate: uno dei pochi a non essersi dimenticato di House of M nemmeno prima di E come extinzione, esplora le implicazioni del nuovo potere di Pietro acquisito in Son of M oltre a mostrarcelo sempre più folle e fuori equilibrio, continua a ricamare sulla deliziosa Layla Miller, gestisce alcuni depotenziati non ultima la stessa Callisto di Son of M. E, come se non bastasse, continua a gestire mirabilmente la propria squadra con un Madrox decisamente superlativo, la splendida Monet, la tormentata Rahne (bellissima la scena in cui torna umana in tre fasi). Bravo, bravo, bravo.

6 Comments

  1. Young mi sta diventando antipatico, non come Pat Lee XD Anch’io trovo il tie-in con World War Hulk semplicemente insulso… cioè Hulk va a trovare Xavier per sapere che ruolo ha avuto nel fattaccio… ok… va bene… arriva e Xavier si arrende, dovrebbe finire qui! perchè cavolo continua? Gli X-Men si sono fatti di Kick per attaccare Hulk? E perché Hulk vuole sapere coma avrebbe votato Xavier? anche lui si è fatto di Kick? c’è qualcuno non drogato in quella storia? Anche l’inchiostratore era drogato?

    Ma soprattutto se Xavier non vuole essere salvato… perché il titolo italiano fa capire l’incontrario? ultima cosa… ma Emma non potrebbe friggere Hulk? il cervello intendo… ultima cosa… è stupendo pensare il Gigante Verde mentre fa quel balletto che hai detto te… ancora di più pensare che faccia il Gioca Jouer XD

    X-bye

  2. ma come fa Emma Frost a bloccare i poteri di Xavier? è tornato dallo spazio con poteri molto più ampi e già prima era il telepate più forte della terra… e pure le Naiadi lo tengono sotto controllo secondo Emma… com’è possibile?

  3. @ impbianco: l’inchiostratore era drogato di sicuro, ma anche il traduttore dev’essersi fatto qualcosa di forte.

    @ ragno: non farmi pensare che c’è ancora un’altra puntata di questa solfa, per favore…

    @ anonimo: è possibile quando lo scrittore non sa nemmeno da che parte sono voltati i suoi personaggi. Bad writing allo stato puro.

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