I nuovi Fantastici Quattro #282

Questi “nuovi” Fantastici Quattro sono vecchi. Vecchissimi. E sono pure sbagliati. Per me, che adoro Tempesta, sarà un’autentica sofferenza non acquistare più questo albo, ma la sofferenza non sarà nemmeno lontanamente paragonabile a quella che mi costa non tanto comprarlo quanto leggerlo. A questo punto, meglio soffrire gratis… di che cosa sto parlando? Presto detto. […]


black panther 27Questi “nuovi” Fantastici Quattro sono vecchi. Vecchissimi. E sono pure sbagliati. Per me, che adoro Tempesta, sarà un’autentica sofferenza non acquistare più questo albo, ma la sofferenza non sarà nemmeno lontanamente paragonabile a quella che mi costa non tanto comprarlo quanto leggerlo. A questo punto, meglio soffrire gratis… di che cosa sto parlando? Presto detto.

Due più due #2 (Two plus two #2, da Black Panther v.4 #27 del giugno 2007). Reginald Hudlin non è poi così male, l’ho detto e lo ripeto, ma dava il meglio di sé altrove: è stato bravo a gestire il non facile matrimonio, molto bravo in Civil War, ma questa roba gli sta stretta e come dargli torto? Insettoni giganti, schemi di squadra triti, skrull e Marvel Zombie. A quando le rane magiche, i dalek e il sandworm? No, un momento, le prime ci sono già. Santo cielo, ci vuole tanto a imbastire una trama di fantascienza?

Ricostruzione #4 (Reconstruction #4, da Fantastic Four v.3 #547 dell’agosto 2007). Se Hudlin, che di solito è bravo, sta combinando quello che sta combinando, quello che McDuffie ci sta propinando è un vero e proprio scempio, e Pellettier ai disegni è suo degno compare. Quelle della Torcia dovrebbero essere battute divertenti e non l’ennesima banalizzazione di un personaggio che pare non avere diritto ad una profondità psicologica? E quella dei capelli di Tempesta dovrebbe essere una gag divertente, e non il sintomo che Duffie Duck non ha capito niente del personaggio che sta muovendo? Ororo è un personaggio difficile, lo sappiamo bene, ma tra il fare un lavoro mediocre e trasformarla in una spalla fashion-addicted c’è un abisso: anche la Tempesta di Claremont faceva shopping, ma vogliamo mettere la differenza tra quei siparietti e questa roba? Stendiamo poi un velo sulla costruzione della parte con Reed e Sue. Basta.

Un pianeta senza Hulk #3 e #4 (Planet Without a Hulk #3 e #4, da She-Hulk v.2 #17 e #18 del maggio e del giugno 2007). La prima storia è inutile e sgradevole da leggere, e con la sola utilità di far sentire a Jennifer una mezza frase riguardo al “lancio” di Hulk. La seconda ha uno spunto interessante, che dovrebbe svilupparsi dalla prima, ma – complici i disegni assolutamente insipidi – non riesce a trasmettere assolutamente niente.
Denaro buttato.

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