Capitan America – Fallen Son #3

Si conclude il ciclo di Jeph Loe dedicato alla morte di Capitan America con questo finto volumetto doppio che contiene Accettazione e la ristampa di Lest We Forget del ’69, di cui avrei fatto molto volentieri a meno. Nella prima parte, la storia tenta di tirare le fila dei precedenti numeri, con un Tony Stark […]

captain america fallen son
Si conclude il ciclo di Jeph Loe dedicato alla morte di Capitan America con questo finto volumetto doppio che contiene Accettazione e la ristampa di Lest We Forget del ’69, di cui avrei fatto molto volentieri a meno.
Nella prima parte, la storia tenta di tirare le fila dei precedenti numeri, con un Tony Stark che non riesce a fare i conti con la perdita, un Falcon che si esprime rispetto all’impossibilità di sostituire una figura come Steve Rogers (le ultime parole famose). Peccato che l’assenza degli eroi non registrati, che seguirebbero il funerale dalla televisione, faccia acqua da tutte le parti e sia una cantonata proprio da Loeb. Wolverine che rimane a casa per non essere arrestato? Spiderman che rinuncia a presenziare? E dire che lo spunto per la loro assenza ci sarebbe anche stato (il non contribuire a strumentalizzare il suo funerale magari mostrando all’opinione pubblica che Stark non avrebbe avuto remore a farli arrestare alla cerimonia), ma non viene approfondito affatto.
Azzeccatissima, in questa prima parte, la scelta di Cassaday come disegnatore, e l’alternanza delle tavole grige e statiche del funerale a quelle colorate dei flash-back.
E’ nella seconda parte, quella del vero funerale, che l’autore non riesce per nulla a tirare le fila e il disegnatore si rivela abbastanza insipido. Il discorso di Tony continua a non avere senso né in un modo né nell’altro, Hank è inutile, la questione dello scudo viene appena abbozzata e la sequenza della sepoltura, con la stella che rimane visibile come ultima cosa, non è davvero gran che. Non so nemmeno io che cosa mi aspettassi.
Ultimo ma non ulttimo, la nota conclusiva di Lavagna è professionale come una forbice di Barbie e utile come un pupazzetto dei Transformers. «Gli anni d’oro sono adesso»? Sicuramente non quelli della critica e dell’editoria.

3 Comments

  1. presto o tardi doveva finire anche per lui…non ho letto ne il fumetto, ne il post (;-P), mka spero abbia fatto una fine degna…sempre che non resusciti …

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