THOR #104
Ovvero, è morto. Anche per chi non è mai importato nulla di Capitan America, come la sottoscritta ad esempio, questo è un numero obbligatorio, imprescindibile, necessario. Magari non per le vecchie storie riproposte (che da brava snob di Rogers ho saltato a pié pari). Magari non per la storia di Miss Marvel in appendice, che […]
Ovvero, è morto.
Anche per chi non è mai importato nulla di Capitan America, come la sottoscritta ad esempio, questo è un numero obbligatorio, imprescindibile, necessario. Magari non per le vecchie storie riproposte (che da brava snob di Rogers ho saltato a pié pari). Magari non per la storia di Miss Marvel in appendice, che in un numero come questo non ha assolutamente nessun senso. Magari nemmeno per la storia in sé, in cui un sicario del teschio rosso spara a Capitan America sulle scale del tribunale e lo uccide (con un piccolo aiuto a sorpresa). E’ un numero imprescindibile per ciò che rappresenta come punto di arrivo di ciò che Civil War ci ha raccontato e mostrato soprattutto grazie a penne come quella di Jenkins. Cosa muore con capitan America? Lo spiega egregiamente Lavagna nelle note conclusive: muore il sogno americano di un patto tra uomo e società, il sogno di poter inserire in una legislatura il diritto imprescindibile alla ricerca della felicità. Muoiono i principi, gli ideali, le immagini. Muore l’America dell’Universo Marvel con l’atto di registrazione, così com’è ufficialmente morta la nostra – dopo lunga agonia – con il patriot act. E cosa nasce dalle sue ceneri? Che scenario si apre? Consiglio di leggere Civil War Special #3 per scoprirlo, o di guardare un telegiornale.
Quella di Brubaker è una storia che scava a fondo nella Storia, quella vera: echeggiante di citazioni, densa di significato eppure solida anche a livello primario, con una caratterizzazione meravigliosa dei personaggi da Sharon a Bucky, da Falcon a Fury allo stesso Steve. E un numero italiano in edizione variant che, finalmente, vale la pena di comprare non solo perché ha una copertina migliore: articoli, interviste, speciali, approfondimenti su ciò che ci riserva il futuro. Questa è l’America che racconta se stessa. E, per una volta, si racconta veramente bene. 10 con lode.
però l’america sono anche le centinaia di miglialia di persone che manifestano contro la guerra e i lavoratori che lottano per i loro diritti
Nonché le persone che, per manifestare il proprio dissenso contro ciò che è stato fatto al loro Paese, decidono di smembrare una subcreazione ed ammazzare un’icona. Questa storia parla della morte di un ideale. La storia di questa storia ci parla di chi usa la propria arte per esprimere un dissenso. Per questo è una storia fondamentale: non solo per ciò che rappresenta all’interno dell’universo Marvel, ma per ciò che rappresenta per noi. Si era un po’ perso ciò che ha sempre contraddistinto i Marvel, ovvero la feroce critica sociale. Trovo che tutto ciò sia oggi ritornato, oserei dire nell’ora più buia degli Stati Uniti.
Post stupendo. Veramente. Concordo su tutto e su Civil War 3. In cui quell’idiota di Iron Man fa ancora di più la figura dell’idiota….Comunque di questo numero ho preso sia la versione normale che quella “variant” da perfetto collezionista! :D
X-Bye
Io invece, per non smentirmi, nemmeno mi ero accorta che esistesse un’edizione variant ed una normale: mi sono resa conto a casa di aver preso la variant. Meglio così! :-p
Io lo sapevo da mesi XD Comunque ho letto sia il 100% di X-23 (veramente bello) che quello di Supreme Power.
X-bye
Non pensavo che sarebbero arrivati a sacrificare Cap.
Non lo sopportavo nemmeno io ma ancora mi chiedo come l’autore sia riuscito a far approvare ai responsabili marketing una prospettiva del genere…
L’ho appena preso insieme civil war l’iniziativa e civil war epilogo…nn posso ancora crederci.
@ ImpBianco: sempre informato, tu… X-23 è veramente un ottimo volume, checché ne dica qualcuno. Al contrario, non sono mai riuscita a seguire Supreme Power: me lo consigli?
@ Lupo: è stato il contrario, ovvero gli editori hanno richiesto la morte di CA all’autore (che non voleva). E’ stata la conclusione naturale e simbolica dell’approvazione dell’atto di registrazione. Un’operazione narrativa che ha avuto il coraggio di andare fino in fondo.
@ Damiani: Civil War – L’iniziativa è un volume immondo, ne parlo oggi se riesco. Al contrario Civil War Special #3 è un must assoluto.
‘sticaz!
ho apprezzato tantissimo la citazione rivisitata degli omicidi noti americani (kennedy in prmis) ma la morte di Cap mi lascia perplesso e amareggiato.
nota finale: amo Ms Marvel non ci posso far nulla!
Anche a me piace molto. Pensa, mi piace molto anche vista da davanti (cosa che non tutti possono dire).
La morte di Cap ti lascia amareggiato a livello secondario o a livello primario? Ovvero, ti pare scritta bene ma ti dispiace oppure ti pare proprio una vaccata narrativa?
Supreme Power certo che te lo consiglio! Oddio questo volume in particolare…è carino ma non è proprio il massimo XD inizia dai primi,lo Stracchino ci sa fare e si vede!
X-bye
Mi pare propria una vaccata narrativa fatta e finita…al di là dei simbolismi e del pathos sprigionato da quest’evento mi chiedo ancora se davvero ce n’era bisogno…
@ Impbianco: dei primi numeri i disegni non mi entusiasmavano…
@ Damiani: ohibò, non sono d’accordo… secondo me era proprio necessario “toglierlo di mezzo”, e in quel modo se vogliamo indecoroso, per dare un senso alla sconfitta di Civil War, una sconfitta che è tale più per il popolo americano che per gli anti-registrazione nello specifico dato che è in sostanza la vittoria di un abuso legislativo che (come il patriot act) ammazza definitivamente il sogno americano.
Non ho ben capito se ho preso la variant o no. Ora guardo, forse ho avuto fortuna.
La Variant è quella con la copertina che vedi nel mio post. :-)
brubaker è un dio.
una storia così scritta bene non me l’aspettavo, quasi una lacrima è scesa…
ma l’attesa è grandissima per vedere cosa succederà a Sharon, Fury,il teschio, Falcon e lui,il miglior ritorno di sempre, Bucky/Winter Soldier!
grazie Bru, e grazie Steve.
Davvero bravo, non credevo.