01.06, UniBS

Ringraziando nuovamente gli studenti del corso di Progettazione Edile di Brescia per la pazienza dimostrata ieri, e naturalmente il professor Ciribini per il cortese invito, qui sotto trovate il supporto multimediale che ho utilizzato per il mio “sermone”. .. Non si dica che non mantengo le mie promesse: ecco alcuni dei riferimenti su cui ho promesso che […]

Ringraziando nuovamente gli studenti del corso di Progettazione Edile di Brescia per la pazienza dimostrata ieri, e naturalmente il professor Ciribini per il cortese invito, qui sotto trovate il supporto multimediale che ho utilizzato per il mio “sermone”.

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Non si dica che non mantengo le mie promesse: ecco alcuni dei riferimenti su cui ho promesso che avrei fatto ricerca.


– Per il gruppo di simulazione comportamentale (Unity) –

1. Uno dei software di pedestrian simulation and crowd analysis che avevo in mente è Flow di Oasys: è pensato appositamente per interfacciarsi con un’importazione di modello BIM in IFC. Potete trovare ulteriori riferimenti qui. La casa è la stessa che produce Mass Motion.

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2. Il riferimento estetico che avevo in mente per il prodotto di simulazione finito è il videogioco indie Superhot (grazie a Gabriele Gallo, come sempre, per i preziosi insight nel mondo del game design).

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3. Lo schema di simulazione comportamentale che avete visto nella presentazione, preso dal paper “Integrating Agent-Based Human Behavior Simulation with Building Information Modeling for Building Design” di Jack C. P. Cheng and Vincent J. L. Gan, dell’agosto 2013, è disponibile qui in versione integrale. Un altro testo interessante sull’argomento, che probabilmente già conoscete, è “Environment-Behavior Simulation: From CAD to BIM and Beyond” di Wei Yan, disponibile qui. Aspettiamo di poter aggiungere le vostre considerazioni alla banca di testi disponibili on-line sull’argomento.


– Per il gruppo di generative design (Grasshopper, Dynamo, Revit) –

1. Dovevo essere ubriaca, ieri, quando ho parlato di rettangoli: se del vostro ambiente avete la sola area, dovete ovviamente limitarvi a generare dei quadrati, a meno di non poter impostare dal vostro roombook dei valori (arbitrari) di diagonale. Continuo invece a pensare che possiate sviluppare un sistema che posizioni le vostre superfici quadrate all’interno di un footprint generale (anch’esso quadrato, in questo caso) andando a escludere una serie di ambienti “cuscinetto”.
Provo a spiegarmi con un orribile schemino.

generative design - disposizione degli ambienti

Gli ambienti di “classe A” sono quelli che vengono posizionati per primi, e si mantengono quadrati. Quelli in “classe B” sono dei rettangoli che a questo punto dovreste poter calcolare, se riuscite ad ottenere il lato dello spazio libero, per sottrazione rispetto alla disposizione degli spazi principali. Perché il sistema sia davvero funzionante, gli ambienti in “classe B” dovrebbero avere impostati dei vincoli minimi sul lato corto (al di sotto dei quali lo spazio non è utilizzabile per la funzione designata). Questo significa che l’area totale (quella iniziale, nera) dovrebbe essere aumentata di un tot, una sorta di indice di tolleranza. In bocca al lupo: mi rendo conto che farlo non è semplice quanto dirlo.

2. Utilizzando una generazione di geometrie direttamente nel progetto, sia che generiate delle superfici (Surface.ByPatch) oppure direttamente dei solidi (Curve.ExtrudeAsSolid), otterrete sempre delle forme DirectShape, inutilizzabili dal progettista se non come riferimento visivo.

imported surface

 

imported solid

 

Non è possibile creare delle masse in place: a quanto ne so – ma attendo di essere smentita dagli esperti – le API di Revit non lo consentono. Per chi non lo sapesse, per API si intende Application Programming Interface: in pratica le API contengono tutto ciò che gli sviluppatori di Revit hanno deciso di raccontarci sul funzionamento del software. Potete osservare professionisti scontrarsi con un problema simile al vostro in questa e in questa discussione. Qualcuno suggerisce di creare i solidi, esportarli come file SAT (un file ASCII che contiene informazioni di geometria, generalmente ottimo in termini di interoperabilità con Revit).

sat file

A questo punto il progettista può prendere la vostra base in SAT, importarla in una famiglia di massa, esplodere il tutto e ottiene degli oggetti utilizzabili per i suoi biechi scopi di progettazione.

Fate solo attenzione a una cosa: non dovete utilizzare l’estrusione della curva (Curve.Extrude), ma dovete specificare l’estrusione come solido (a Revit non piacciono le superfici).

export to sat

curve extrude as solid

L’ho provato. Funziona.

Tra l’altro fornireste come dataset ai progettisti un file in formato aperto, utilizzabile – credo – anche dai nostri amici di ArchiCad, Tekla, Allplan and all that jazz.

Voi però avete a disposizione un set di liste composte da numeri che identificano la quantità, i lati e l’altezza delle vostre masse. Il mio consiglio è di non provare a generare degli elementi direttamente in Revit. Predisponetevi una famiglia di massa, parametrica. Un cubo. A questo punto, con Dynamo, potete piazzare queste famiglie nei punti dello spazio che volete, e popolare i loro parametri, in modo dinamico, dalle vostre liste.

Buon divertimento.


 

– Per il gruppo degli strutturisti –

Le basi dell’interoperabilità sono in un documento ufficiale Autodesk che fornisce alcune best practice e che potete scaricare qui. A pagina 8 trovate le best practices. E’ una buona base da cui partire, ma sorvola su alcuni punti fondamentali che dovrebbero essere la premessa al vostro ragionamento:
– il workflow che state esplorando si inserisce in un contesto di BIM collaborativo e, se sì, di quale livello?
– se stiamo parlando di una collaborazione al Level 2, le best practice sono tanto più interessanti (per me) quanto si rivolgono all’architetto che vuole consegnare allo strutturista una bozza di struttura in un modello che sia utilizzabile come base per il modello strutturale: in questo caso, vi segnalo che una serie di procedure consigliate da Autodesk per il modello strutturale vengono considerate cattiva pratica in un modello architettonico.

explicit constraining

– se stiamo parlando di collaborazione al Level 3, le best practice hanno una serie di conseguenze sulla suddivisione in workset del modello, che pure devono essere tenute in considerazione.

 


– Per il gruppo di analisi energetica –

Esiste un documento ufficiale anche relativo all’interoperabilità tra Revit e Green Building Studio e lo trovate qui. Non contiene best practice di modellazione in Revit, e per questo il vostro lavoro potrebbe essere particolarmente utile. Vi sono vicina spiritualmente (la prossima volta magari vi porto anche qualcuno che ne capisce qualcosa, promesso): fatemi sapere come procede la vostra avventura.


A tutti coloro di cui mi sono dimenticata e cui avevo promesso qualcosa:
lasciatemi un commento qui sotto
(i commenti sono in moderazione per via degli spammer cinesi,
quindi dovrete pazientare un po’ prima di vederlo pubblicato).

Alla prossima.

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