Innovazione tecnologica, progresso e il ruolo delle associazioni professionali
Si è appena concluso, in quel di Brighton, il convegno annuale del Partito Laburista, che anche quest’anno ha visto la presentazione di alcuni interessanti rapporti. In particolare, il Chartered Institute of Building ha intervistato 152 studi di piccola e media grandezza e oltre 2.000 professionisti per produrre un Professions Report che risponda all’annosa e affatto scontata domanda: qual è il valore di associazioni professionali […]
Si è appena concluso, in quel di Brighton, il convegno annuale del Partito Laburista, che anche quest’anno ha visto la presentazione di alcuni interessanti rapporti. In particolare, il Chartered Institute of Building ha intervistato 152 studi di piccola e media grandezza e oltre 2.000 professionisti per produrre un Professions Report che risponda all’annosa e affatto scontata domanda: qual è il valore di associazioni professionali come, appunto, il CIoB e cosa possono fare per contribuire ad affrontare le problematiche contingenze del nostro tempo? Una domanda che dovrebbero forse porsi anche gli ordini professionali nostrani. Ecco come si rispondono i britannici, con particolare attenzione alla questione BIM. E per quanto il documento possa essere interpretato come un’enorme spot promozionale per iscriversi al Chartered Institute, le dichiarazioni di intenti possono essere di ispirazione e di modello anche per analoghe istituzioni nostrane.
Produttività
Il concetto è al centro dei piani di rilancio dell’economia britannica: la Political Studies Association, sempre in ambito laburista, ha teorizzato da tempo che un aumento in termini di produttività sia la chiave per rilanciare l’economia britannica e ne sta facendo, da cinque anni a questa parte, il motivo ricorrente dei suoi incontri non solo in ambito edilizio. In un quadro generale con questo orientamento, il settore dell’edilizia è visto come un punto ancora critico: semplicemente misurando la produttività oraria dei vari settori, gli ultimi vent’anni dal 1994 al 2014 hanno visto un incremento di produttività del 9%, nell’edilizia, mentre l’incremento globale è stato del 25%.
It is highly likely that things are set to change with
the advances in both materials and information
technology into construction. Notably, building
information modelling (BIM) is expected to make
profound improvements to productivity in the
design, construction and post-occupancy running
of buildings.
Secondo il Chartered Institute, le associazioni professionali giocano un ruolo primario nel miglioramento della produttività all’interno dei rispettivi settori, e la maggior parte delle loro attività può portare a miglioramenti di produttività. Il loro apporto può essere:
– diretto, quando determina un aumento di competenze e capacità della forza lavoro e del management, promuove flussi virtuosi di lavoro (le cosiddette best practice) e contribuisce alla diffusione delle innovazioni;
– indiretto, nella misura in cui contribuisce a creare fiducia nei confronti delle innovazioni, maggior informazione e una conseguente riduzione dell’impatto di spese nell’adozione delle nuove tecnologie.
Inoltre, sempre secondo il Chartered Institute, le associazioni professionali aiutano a coordinare i progressi nell’innovazione e promuovono l’adozione di nuove tecniche e nuovi metodi.
1. Istruzione, training e specializzazione
La prima via che le associazioni professionali dovrebbero intraprendere per fornire un apporto positivo all’aumento di produttività è quello della formazione continua. Gli istituti professionali dovrebbero essere il cuore pulsante nell’istituzione, nella promozione e nel mantenimento di aggiornamenti professionali di qualità. Dovrebbero vigilare che i corsi universitari rimangano rilevanti rispetto alle aspettative dell’industria, un problema con cui in Italia di scontriamo quotidianamente senza – purtroppo – un adeguato contributo da parte dei cosiddetti Ordini. Dovrebbero supportare la formazione continua come metodo di reale accrescimento del valore umano all’interno degli specifici settori di mercato.
Being a member of a professional body and holding a professional qualification can bring an estimated lifetime benefit of £152,000 to an individual compared to those without professional qualifications.
(UK Commission for Employment and Skills)
Laddove in Italia i vantaggi dell’appartenere a un ordine professionale vengono quantificati, nella migliore delle ipotesi, in termini di risparmio sulle tasse.
2. Effetti indiretti
Sono i cosiddetti spillover effect, ovvero tutte quelle conseguenze indirette che ricadono in ambiti leggermente diversi da quelli di origine. Si parla ad esempio di risparmio nei tempi di reclutamento, perché un sistema univoco e affidabile di certificazioni e qualifiche consentirebbe di verificare meglio la rispondenza dei candidati alle esigenze del datore di lavoro, e di risparmio nei tempi di inserimento delle nuove risorse all’interno dell’organico, perché un quadro esatto delle loro competenze e conoscenze consentirebbe di implementare immediatamente il corretto protocollo di formazione interna, in un circolo virtuoso di mutuo accrescimento.
3. Ricerca
Il contatto diretto con l’industria e con il mercato dovrebbe porre le associazioni professionali nella condizione di poter fare ricerca non accademica, mirata a progetti reali e tarata su specifiche esigenze del mercato, in ambito di processo, di tecnologia o di gestione delle risorse umane.
4. Reti di conoscenze e comunicazioni
Con la loro componente intrinsecamente sociale, le associazioni professionali dovrebbero essere il motore nella costruzione di network dove vengano condivise esperienze, informazioni e ricerche, la cui diffusione è costantemente posta sotto il controllo di qualità garantito dall’associazione stessa. La condivisione dovrebbe quindi essere uno dei valori fondanti dell’associazione e dei suoi membri, in opposizione alla mentalità che vede i suoi membri come intrinsecamente concorrenti e quindi restii a condividere le conquiste individuali.
5. Redazione di protocolli
Istituzioni come gli ordini e le associazioni professionali dovrebbero rivestire un ruolo cruciale nella redazione di protocolli mirati all’aumento della produttività. Tali protocolli dovrebbero essere in grado di fornire esperienza e consigli pratici, in modo da servire sia all’ufficio che al cantiere, e lavorare nell’interesse pubblico in modo da mantenere alta l’opinione che il mercato ha della professione tutelata dallo specifico ordine (una scommessa che, almeno in Italia, l’Ordine degli Architetti sembra aver perso). I membri delle associazioni professionali devono poi a loro volta fornire supporto al proprio governo, a tutti i livelli, anche tramite apporto volontario in commissioni, squadre operative, comitati di ricerca e altri organi analoghi, in modo che il loro apporto possa tradursi in una spinta positiva alla legislazione.
Mobilità Sociale
Nel suo rapporto Elitist Britain? dell’agosto 2014, la Social Mobility and Child Poverty Commission ha “scoperto” che l’accesso alla maggior parte dei lavori più prestigiosi è ancora ristretto a chi proviene da famiglie benestanti di regioni ricche, per motivi che vanno dall’impatto della ricchezza sulla possibilità di educare i propri figli ai metodi di reclutamento negli ambienti di lavoro.
There is evidence that a large number of the
professions remain dominated by a small section of
society and that in recent decades many professions
have become less socially representative.
Ma nel mondo delle costruzioni, ci conforta il Chartered Institute, i ruoli manageriali sono ben lontani dall’essere ristretti a chi ha avuto il lusso di laurearsi: il 28% di chi è entrato nel mondo del lavoro direttamente a 16 anni, oggi ricopre in Gran Bretagna una posizione manageriale di altissima fascia. E si individua lucidamente il rischio di trasformare l’associazione professionale in un organo garantista che, anziché tutelare i professionisti del suo settore a tutti i livelli si limiti a essere un’associazione basata sul titolo di studio.
1. Istruzione, training e specializzazione
La formazione continua dovrebbe essere aperta a tutti i professionisti del settore, a qualunque punto della loro carriera e indipendentemente dall’estrazione sociale. E nel fornire qualifiche affidabili che siano aperte a tutti, si fornisce ai datori di lavoro uno strumento per selezionare i candidati sulla base del loro valore attuale, e non sulla base di un presunto merito acquisito in gioventù.
2. Cultura e standard
Le associazioni professionali dovrebbero mantenere e migliorare gli standard, non solo a livello pratico ma anche a livello etico e comportamentale, incoraggiando un sistema di accesso ai posti di lavoro che sia equo e scoraggiando le discriminazioni razziali, sociali e sessiste. Loro dovere è creare una cultura sociale in cui tutti sentano di poter aspirare a ciò che desiderano. In Gran Bretagna, risale al 1997 l’istituzione del Considerate Constructors Scheme, un’associazione indipendente e senza fine di lucro che promuove l’adozione di best practices al di là dei vincoli normativi, e con il solo scopo di mantenere l’immagine e il buon nome dell’industria delle costruzioni guadagnandosi il rispetto e il supporto delle comunità locali. Le sue aree di intervento ricadono fondamentalmente in tre categorie: l’opinione pubblica, la tutela della forza lavoro, la sostenibilità ambientale.
3. Reti di conoscenze e comunicazione
La condivisione di esperienze, informazioni e ricerche all’interno delle associazioni professionali dovrebbe fornire una base comune per tutti, indipendentemente dalla loro estrazione sociale, e mettere in comunicazione figure professionali appartenenti ad ambienti diversi, spezzando la catena delle raccomandazioni per conoscenza anziché per merito.
4. Coinvolgimento a livello globale
Data la loro posizione privilegiata agli occhi dei governi e delle istituzioni, le associazioni professionali possono incentivare il contributo dei loro membri in modo che una loro rappresentanza sieda al tavolo delle ricerche e delle trattative quando si tratta di stilare normative e legislazioni in ambito di mobilità sociale.
5. Ricerca
Per sua intrinseca natura, le associazioni professionali sono nella posizione migliore per condurre ricerche e statistiche all’interno del loro bacino di utenza, in modo da individuare le cause concrete e attuali di diseguaglianza. Pregiudizi e meccaniche possono essere più facilmente esposte da coloro che fanno parte dell’ambiente, mentre studiosi esterni possono cadere vittima di quegli stessi meccanismi e ricevere dati incompleti o poco significativi.
Procedure e linee di condotta
Stilare procedure è facile, ma stilare buone procedure che siano davvero rilevanti nella vita di tutti i giorni è estremamente difficile. Una buona policy dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra il conseguimento del bene comune e la tutela del diritto alla competitività, e riuscire a comunicare la propria importanza. Una policy viene tipicamente rispettata non per obbligo, ma per condivisione dei suoi obiettivi. Generalmente, la redazione di buone policy richiede di istituire delle commissioni di lavoro, i cui membri devono essere accuratamente selezionati in modo da non avere un’agenda che vada in conflitto con il bene comune. In questo, le associazioni professionali dovrebbero farsi garanti proponendo membri meritevoli e con talenti particolarmente significativi nel contesto specifico: per definizione, le associazioni professionali non dovrebbero avere interessi individuali e dovrebbero quindi essere in grado di selezionare individui che lavorino per il bene comune. Inoltre, è compito delle associazioni professionali vigilare che le procedure in vigore siano ancora rilevanti o non siano state rese obsolete dall’evolversi del mercato.
1. Rilevanza e attualità
Le associazioni professionali dovrebbero tenere sotto costante monitoraggio le procedure rilevanti per il loro settore, in modo da anticipare eventuali effetti collaterali non intenzionali al momento in cui le procedure erano state redatte, producendo documentazioni di aggiornamento (un ottimo esempio sono i vari PAS:1192 di aggiornamento ai British Standard). Dovrebbero fornire costante contributo agli organi governativi in modo che le politiche studiate a tavolino funzionino anche in sede di attuazione, ed è fondamentale che non abbiano altro interesse se non il bene comune, in modo da non suscitare sospetti: solo in questo modo, il loro contributo può essere recepito senza sospetti, sia dal governo che dall’opinione pubblica.
2. Reti di conoscenze e comunicazione
La rapidità con cui opinioni e informazioni possono essere scambiate tra i professionisti all’interno delle rispettive associazioni è senza confronto: questi organi devono farsi carico della comunicazione di nuove policy ma anche della raccolta di feedback dalla loro attuazione, in modo da fornire una risposta immediata al governo. Sono in grado di raccogliere risposte da un vastissimo bacino di utenza direttamente interessato, e i numerosissimi membri possono raccogliere ulteriori opinioni da colleghi in altre nazioni, in modo da favorire l’interscambio culturale anche a livello globale, con virtuose ricadute sul territorio nazionale.
3. Ricerca
Le associazioni professionali possono essere sede di ricerca per la formazione di nuove policy, le cui attuazioni locali non normative possono essere un buon bacino di test per la successiva proposizione ai rispettivi organi di governo.
4. Educazione e formazione continua
Nel suo ruolo primario come organo di comunicazione, è dovere dell’associazione professionale istituire corsi e seminari che consentano ai professionisti di rimanere costantemente aggiornati circa le nuove procedure, favorendo così il mantenimento di un’alta professionalità nel rispetto delle normative.
5. Contributo volontario
La redazione di procedure in Gran Bretagna sarebbe molto meno efficace senza il contributo volontario e gratuito di associazioni professionali che si adoperano perché gli standard siano aggiornati e sempre rilevanti. Il bene pubblico è considerato responsabilità di tutti, e tutti hanno il dovere sociale di contribuire all’innovazione normativa, tecnologica e sociale del loro Paese. Anziché attendere che una normativa adeguata piova dal cielo, incentivano il contributo professionale senza scopo di lucro, a tutti i livelli. E forse è proprio per questo che, a livello normativo, in questo momento la Gran Bretagna è il Paese più avanzato del nostro settore.
Morale: Produrre, condividere, operare
L’impulso che riceviamo da questo documento pieno di virtuose dichiarazioni d’intenti è chiaramente quello di produrre, e produrre per sé stessi ma anche per il bene comune; condividere, e condividere nella consapevolezza che la mia professionalità e il mio valore competitivo sul mercato uscirà accresciuto e non depauperato da questa condivisione; lavorare e lavorare tanto, lavorare sugli standard e sui template, lavorare su proposte normative e nuovi protocolli. È vero per il mondo delle costruzioni. È ancora più vero per un mondo delle costruzioni che voglia andare verso il BIM e, quindi, la condivisione totale del manufatto architettonico sin dalla sua versione digitale. Abbiamo molto da cambiare in quanto a mentalità, se vogliamo raggiungere il nostro obiettivo.