Age of X
Acclamatissimo e giustamente acclamato, Age of X non è solo un altro what if…? mutante. E, francamente, se snche lo fosse rimarrebbe un prodotto di livello altissimo: un Ciclope immenso e tragico come non si vedeva da Unstoppable, reduce da un’Alcatraz in cui era il braccio della morte e infilato nell’inquietante maschera da Basilisk, il […]
Acclamatissimo e giustamente acclamato, Age of X non è solo un altro what if…? mutante. E, francamente, se snche lo fosse rimarrebbe un prodotto di livello altissimo: un Ciclope immenso e tragico come non si vedeva da Unstoppable, reduce da un’Alcatraz in cui era il braccio della morte e infilato nell’inquietante maschera da Basilisk, il mostro che uccide con lo sguardo. Una Rogue di potentissimo lirismo, nei panni di Legacy, la Mietitrice, il cui compito è raccogliere gli ultimi ricordi e i poteri dei mutanti caduti in battaglia, per renderli immortali. Una Pixie trasformata in demone che neanche la carta “Maledizione: cambi razza!” di Munchkin morde. Il Magneto potente e maestoso dell’Era di Apocalisse. E, un Wolverine che ha ingoiato tutta la cura per salvare i mutanti e che ora, pur tagliuzzandosi nel suo bar come un emo per vedere se torna il potere rigenerante, rimane in grado di spaccarti il culo con un’occhiata ben piazzata. Ma, sopra tutti, un mondo fuori dal rifugio che fa sembrare l’Era di Apocalisse un parco tematico per famigliole in gita. Vedere per credere.
Ma, mi dispiace, questo ispiratissimo Mike Carey alle prese con i mutanti viene preso, messo delicatamente a sedere, impacchettato, cotto e mangiato dal Simon Spurrier che ci presenta i Vendicatori di questa realtà. Parte non in sordina, ma in banalità, con il solito Hulk psicopatico, il solito Capitan America cinico, una Donna Invisibile fuori contesto, una Jessica Drew invisibile e un Tony Stark parodia di se stesso. E fa abbassare la guardia, fa storcere il naso, fa girare la testa dall’altra parte per poi colpire alla mascella e allo stomaco. Sue Storm (che fa incasinare Fabio Gamberini con un errore di traduzione talmente becero che fa meglio a trasferirsi in Patagonia perché glielo ricorderemo finché vive) ha distrutto la sua famiglia per “fare la cosa giusta” ed è una traditrice fra i traditori. Bruce Banner è stato contaminato e segnato da un’esperienza che lo lascerà impuro fino alla sua (imminente) fine. Ma che dire del tragicissimo, grottesco, immenso Tony Statk, posseduto dalla sua armatura fino all’ultimo, tragico sacrificio? E, si sa, i supereroi del mondo reale proprio non sanno morire come muoiono quelli delle realtà alternative: l’ultimo discorso di Mistica, le ultime vignette di Iron Man, l’irruzione in battaglia di Wolverine, sono purtroppo cose che sulle pagine di una serie regolare non vedremo mai.
O forse sì?
Perché, come dicevo, Age of X non è una realtà alternativa, ma un nuovo House of M. Senza la originale spinta psicologica della prima idea, siamo d’accordo, e che rendeva la prima idea tanto potente. Ma comunque un’esperienza parallela che si inserisce all’interno della continuity e che lascia i personaggi semi-coscienti di quanto accaduto. Come e quanto la cosa avrà reali ripercussioni, non saprei dirlo. Ma certamente non è stata un’operazione del tutto gratuita. E, ripeto, sarebbe valsa la lettura anche se lo fosse stata.
Solo una cosa: Ororo, Namor… ragazzi, acqua e fulmini, è una pessima idea.
A me Age of X è piaciuto molto, era interessante e poi mi piacciono sempre queste “versioni alternative”. ^^
X-Bye
Anch’io ho una passione per le realtà alternative: trovo che spingano alcuni autori a dare il loro meglio, forse perché non hanno sulle spalle lo spettro della continuity.