#BIMpill – Mobilization Phase
La fase di mobilizzazione, nella ISO 19650-2, è forfse la fase più critica e, contemporaneamente, quella meno valorizzata. Si tratta della fase in cui il contratto è stato firmato e, prima di lanciarsi a modellare cose a caso, bisogna prendersi un attimo per strutturare l’ambiente di lavoro. Più l’azienda è organizzata in standard e procedure […]
La fase di mobilizzazione, nella ISO 19650-2, è forfse la fase più critica e, contemporaneamente, quella meno valorizzata. Si tratta della fase in cui il contratto è stato firmato e, prima di lanciarsi a modellare cose a caso, bisogna prendersi un attimo per strutturare l’ambiente di lavoro.
Più l’azienda è organizzata in standard e procedure operative effettive ed efficaci, più questa fase può essere ridotta. Nei primi progetti del programma di transizione al BIM, questa fase sarà necessariamente più lunga ed è la fase in cui dovrebbero essere mappati i rischi e le incognite che si andranno ad affrontare.
Documento principe di questa fase è il Mobilization Plan, all’interno del quale la ISO 19650-2 indica abbastanza chiaramente cosa dovrebbe essere inserito, ovvero l’approccio, la stima di tempistiche e le responsabilità per:
- testare e documentare i metodi e le procedure di produzione delle informazioni che sono state proposte
(ovvero: se abbiamo promesso che produrremo un bellissimo modello informativo con Infraworks magari dovremmo anche verificare se è possibile fare quello che vogliamo fare) - testare gli scambi di informazioni tra i team di produzione
(ovvero: se abbiamo promesso che ci scambieremo meravigliosi IFC con il team del genio civile magari dovremmo verificare che questa idea funzioni) - testare la consegna di informazioni al cliente
(ovvero: verificare che il cliente abbia possibilità di ricevere/aprire il formato di file che abbiamo intenzione di consegnargli, ad esempio) - acquistare/procurare, implementare, configurare e testare eventuale software, hardware o infrastruttura IT aggiuntiva che possa essere necessaria o che è stata promessa in fase di offerta (soprattutto testare);
- sviluppare risorse condivise aggiuntive che saranno utilizzate dal team di sviluppo
(es: oggetti di libreria, template, ma anche script o routine di esportazione); - supportare gli individui e le organizzazioni che si uniscono al team di sviluppo durante lo svolgimento del progetto
(es: a chi posso chiedere se ho dei dubbi circa le coordinate condivise?); - reclutare eventuale personale aggiuntivo perché il team di sviluppo raggiunga l’adeguata capacità (sempre intesa come l’abilità di consegnare un prodotto che rispetti i requisiti entro una scadenza specifica);
- sviluppare ed erogare formazione e training perché il team acquisisca le conoscenze e le abilità richieste;
- configurare e testare l’ambiente di condivisione dei dati di progetto;
- configurare e testare l’ambiente di condivisione dei dati distribuito, ovvero la moltitudine di soluzioni tecnologiche utilizzate dai team e la loro connessione con l’ambiente di condivisione principale.
Esistono alcuni template di mobilization plan che vengono da altre industrie o che non provengono direttamente dall’ambito BIM. Ne consiglio almeno due:
- template di mobilization plan su Sitemate;
- una project mobilization checklist.
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